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31543463_2206769206004821_3442176770302803968_nMissione compiuta.
Le oltre 69.000 firme che chiedono la chiusura di Green Life Recycling, il canile degli orrori di Ovidiu,  sono state consegnate e registrate venerdì 4 maggio  presso l’Autorità Nazionale Veterinaria (ANSVSA).

All’incontro con Sara Turetta purtroppo non ha partecipato – come avevamo richiesto – il Presidente e Segretario di Stato Dr. Geronimo Branescu ma solo tre funzionarie dell’ANSVSA, due delle quali del dipartimento di polizia veterinaria.

Prima di entrare nel merito dell’incontro, ci teniamo a dirvi che la campagna di Save the Dogs ha avuto una forte risonanza tra le istituzioni rumene e sicuramente ha avuto l’effetto di metterle sotto pressione, creando un certo “scompiglio”.

Detto questo, l’incontro è stato deludente perché la preoccupazione delle partecipanti è sembrata più che altro quella di difendere l’operato del proprio ente, più che di fare un esercizio di autocritica e di verità.

Durante il colloquio abbiamo mostrato le foto scattate dal nostro staff lo scorso 4 aprile all’interno del canile di Ovidiu e chiesto ragione delle autorizzazioni in base a cui la Green Life Recycling continua a svolgere le proprie attività.

Ci è stato risposto che l’ANSVSA non ha competenze rispetto ai criteri con cui si danno in appalto le attività di cattura e uccisione dei cani a ditte commerciali, nonostante il Presidente Branescu abbia emesso nel maggio 2017 una circolare in cui definiva tali contratti illegali (circolare che la presidente di Save the Dogs ha mostrato durante il colloquio). Le funzionarie hanno poi sottolineato che le autorizzazioni di funzionamento sono emesse dall’autorità veterinaria locale, senza alcun coinvolgimento dell’ANSVSA. Peccato, però, che le autorità veterinarie locali (le DSVSA) dipendano proprio dall’ANSVSA, e quindi non si capisce come l’autorità nazionale non possa intervenire per verificare abusi o negligenze di quest’ultima.

L'esterno del canile di Ovidiu

L’esterno del canile di Ovidiu

Rispetto alla nostra documentazione fotografica, la replica è stata sconcertante: in sintesi, ci è stato detto che “I controlli fatti direttamente dall’Ansvsa e attraverso la DSVSA non hanno riscontrato violazioni gravi della legislazione. Il nostro giudizio si deve basare su ciò che si vede durante i sopralluoghi ufficiali, non sulla base della documentazione raccolta da altri soggetti. Così funziona il sistema” Peccato che la sporcizia che si vede negli scatti di Save the Dogs e di altre associazioni sia il risultato evidente di un lungo periodo di mancata pulizia, e non di un solo giorno o di poche ore.

Lo stesso vale per l’umidità, per la mancanza di luce naturale e di ventilazione, per l’assenza di separazione dei cani sani dai malati: tutti aspetti che non possono non balzare all’occhio di un veterinario della ANSVSA o della DSVSA che fanno un’ispezione. Sentirsi dire che alle autorità competenti è risultato tutto a norma ad Ovidiu ci è sembrato incredibile, anzi: la consideriamo una vera presa in giro.

Le uniche note vagamente positive riguardano la volontà dell’ANSVSA (espressa perlomeno a parole) di modificare alcuni aspetti della legge attuale molto carenti e di proporre delle migliorie agli organi di Governo, fermo restando che si sa che l’interesse dell’attuale maggioranza politica rispetto a questi temi è pari a zero. Ci è stato promesso per il futuro un livello alto di controllo e di pressione sulle ditte che gestiscono i randagi, pur con i mezzi e le risorse umane limitate dell’ANSVSA, ma è stato anche menzionato il fatto che molti canili di associazioni rumene hanno standard non diversi da quelli del canile di Ovidiu, e che se si dovesse chiudere o multare una Green Life Recycling, lo stesso trattamento verrebbe riservato a tanti attivisti e volontari rumeni.
Non abbiamo compreso fino in fondo le ragioni di queste parole, ma dal canto nostro abbiamo risposto che riteniamo inaccettabili le condizioni di malattia, sovraffollamento e sofferenza tanto delle strutture che uccidono quanto di quelle che rinchiudono i cani “per salvarli”. A nostro avviso è importante che anche le associazioni con pochi mezzi economici rivedano le modalità con cui operano, riducendo la quantità degli animali e migliorandone le condizioni di vita.

Save the Dogs continuerà la propria battaglia contro gli abusi di Green Life Recycling e vi terremo informati sull’esito delle nostre denunce.Laura (4)

La Corte dei Conti rumena nei giorni scorsi ci ha preannunciato una verifica, a Cernavoda e a Costanza, del contratto con la Green Life, mentre stanno partendo altre segnalazioni su altri aspetti del lavoro della ditta.

Nel frattempo, dei 9 cani che abbiamo portato via dal canile di Ovidiu, due sono deceduti a causa del cimurro, una malattia contagiosa pericolosissima che purtroppo limiterà fortemente le nostre possibilità di prelevare altri cani nel futuro.

I nostri sforzi si concentreranno perlopiù sui cani in strada a Cernavoda, destinati comunque a finire nelle maglie degli accalappiacani della Green Life.