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Giovane donna muore nella periferia di Bucarest attaccata da un branco di cani

Una nuova tragedia che vede al centro i cani vaganti si è verificata lo scorso 21 gennaio in un quartiere periferico di Bucarest. Ana Oros, 43 anni, nota per il suo impegno a favore di varie battaglie ambientaliste e amante degli animali, è morta dopo essere stata aggredita da un gruppo di 8 cani mentre faceva jogging, riaccendendo il dibattito in Romania dopo anni di silenzio. Purtroppo durante i primi giorni la terribile vicenda è stata gestita ancora una volta dai media rumeni in modo sensazionalistico e spesso strumentale, nonostante moltissime voci di buon senso alzatesi dalla società civile e dagli stessi cittadini, che sono parsi molto più consapevoli questa volta sul fenomeno del randagismo e più capaci di valutare l’accaduto in modo obiettivo.

È stato chiaro fin da subito, infatti, che la zona dove è avvenuto il terribile incidente è caratterizzata da case in costruzione spesso prive di recinzioni, con cani da guardia di proprietà lasciati vagare insieme ai randagi, spesso all’inseguimento di femmine in calore. Non solo: sembra che il campo dove la poveretta è stata aggredita sia di proprietà di un’azienda privata, che non ha mai messo in sicurezza l’area e proprio lì dove Ana correva giaceva il cadavere di un asino, fonte di cibo per i cani, diventati ancora più territoriali e protettivi. Nonostante le indagini dei giorni successivi abbiano fatto emergere una serie di responsabilità e non un unico “colpevole”, la maggior parte dei media rumeni ha colto l’occasione per dare voce ai nemici del sindaco generale, Nicusor Dan, e per attaccare il mondo delle ONG, considerate anch’esse responsabili per il fermo delle eutanasie a Bucarest e quindi per la diminuzione delle catture in città.

La nostra presidente Sara Turetta è intervenuta in due dibattiti, uno televisivo su Euronews Romania e uno online, ospite del giornalista Lucian Mandruta, replicando alle accuse strumentali dell’associazione che dichiara di voler tutelare coloro che sono morsicati dai cani in Romania.

Nelle settimane successive si sono abbassati i toni e il tema della gestione dei cani vaganti e di proprietà, in Romania, è ripreso nelle sedi istituzionali in modo costruttivo e Save the Dogs è stata presente (e continua ad esserlo) nei vari tavoli di discussione. E’ evidente, infatti, che i dati da cui partire per un’analisi corretta sono questi: su 3 milioni di cani iscritti in anagrafe canina, solo il 15% risulta sterilizzato, percentuale che sale al 30% nella capitale, mentre le multe si contano sulla punta di una mano. Numeri che spiegano la mancata applicazione della legge del 2013, che prevede sterilizzazioni e microchip obbligatorio, oltre che multe a chi lascia vagare il proprio cane. Solo una sinergia tra le varie forze di polizia, i comuni e le organizzazioni non profit può migliorare una situazione che è ancora fuori controllo in gran parte del paese.