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Ucraina: il villaggio dei cani perduti

Nelle campagne ucraine bombardate dalle truppe russe sono pochissime le persone rimaste nei villaggi ad accudire gli animali. Si tratta perlopiù di anziani che non sono riusciti a mettersi in fuga o che hanno preferito rimanere, non potendo portare con sé gli animali da cortile e non avendo la forza di abbandonare tutto dietro di sé.

Prybuzke è uno di questi villaggi ed è da qui che è arrivato l’appello di Giammarco Sicuro, un inviato della RAI sensibile alla sofferenza che anche gli animali stanno vivendo a causa del terribile conflitto. “Quello che colpisce è la quantità di animali abbandonati che vagano in villaggi spettrali, dove le case sono state distrutte da colpi di artiglieria. Qui molto persone sono morte, chi ha potuto si è messo in fuga lasciando spesso dietro di sé i proprio animali. Solo pochi anziani sono rimasti ad accudire i loro animali di campagna. Nei villaggi non c’è cibo ed è urgente far arrivare aiuti per sfamare i cani e gatti rimasti prima che sia troppo tardi.”

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Così scriveva Giammarco sui suoi profili social, dopo aver mostrato nei TG di prima serata le immagini della devastazione nelle zone rurali intorno a Mykolaiv.

L’appello lanciato dal giornalista viene subito raccolto da Save the Dogs. Così ci siamo messi in contatto con Tatiana, la giovane donna che aveva accompagnato Giammarco nei villaggi distrutti e che fa parte di un gruppo di volontari che distribuiscono gli aiuti umanitari in arrivo al punto di raccolta ufficiale di Mylolaiv. Grazie al suo aiuto abbiamo potuto far arrivare 4 tonnellate di cibo ai cani e gatti lasciati indietro o che già prima della guerra erano randagi. Tatiana, insieme ad altri volontari, si è personalmente occupata della distribuzione e dove non ha potuto proseguire per motivi di sicurezza, ha lasciato in mano ai soldati ucraini il cibo da distribuire.

Ogni mese faremo tutto il possibile per inviare regolarmente mangime nella cittadina ucraina, grazie ad una rete di solidarietà partita da un giornalista italiano e che – passando da noi – ha raggiunto centinaia di animali in una delle zone più tragicamente colpite dal conflitto.

Scopri cosa abbiamo fatto in questi tre mesi di conflitto per aiutare gli animali in fuga