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Le storie degli animali salvati a Kherson dopo la distruzione della diga

Decine di animali sono stati portati in salvo dai nostri partner dopo la distruzione della diga di Kherson, in Ucraina.
Uno degli animali salvati a Kherson dopo la distruzione della diga coperto di petrolio

Uno degli animali salvati a Kherson dopo la distruzione della diga coperto di petrolio

“Se ne stava lì, immobile, e ululava. Solo quando ci siamo avvicinati abbiamo capito che era cieco. L’acqua aveva distrutto qualsiasi cosa intorno a lui, non poteva andare da nessuna parte. Era come stare all’inferno oggi, non so come abbiamo fatto”.

A scrivere queste parole è Zhanna, nostra partner in Ucraina. Martedì 6 giugno è esplosa la diga di Kakhovka, vicino a Kherson, e l’acqua ha travolto tutto ciò che ha trovato sul suo cammino: edifici, persone e animali. Le operazioni di salvataggio sono andate avanti per giorni e grazie al coraggio straordinario dei volontari, decine di cani e gatti sono stati portati in salvo.

Cos’è successo agli animali salvati a Kherson dopo lo scoppio della diga

Le immagini che abbiamo ricevuto da Kherson sono drammatiche. Da un anno a questa parte collaboriamo con alcuni partner locali e inviamo regolarmente tonnellate di cibo per animali, per sfamare i numerosi randagi che girano sulle strade. Strade che oggi non esistono più.

Ci sono anche molti gatti tra gli animali portati in salvo dopo l'esplosione della diga di Kherson, in Ucraina

Ci sono anche molti gatti tra gli animali portati in salvo dopo l’esplosione della diga di Kherson, in Ucraina

Appena si è diffusa la notizia dell’esplosione della diga, i nostri contatti si sono subito attivati e hanno perlustrato la città a bordo di gommoni e barche di fortuna, alla ricerca di animali sopravvissuti. Le operazioni di salvataggio sono andate avanti per giorni: li hanno trovati sui tetti delle case, in cima agli edifici distrutti, rannicchiati sulle tettoie. Hanno fatto di tutto per cercare di salvarsi dall’avanzata dell’acqua, ma per molti di loro non c’è stato scampo, specialmente per i cani tenuti a catena che non hanno avuto la possibilità di scappare.

I sopravvissuti sono rimasti inevitabilmente traumatizzati da quello che hanno vissuto e ora devono fare i conti con gravi intossicazioni a causa del petrolio che si è riversato nell’acqua e che ha coperto il loro pelo.

“È stato come fare un salto indietro nel tempo e tornare al giorno in cui è cominciata la guerra. Non so come superare il fatto che non abbiamo potuto salvarli tutti”, ci scrive Zhanna. “Hanno continuato a bombardare anche mentre stavamo cercando di salvarli”.

 

La solidarietà in risposta all’emergenza

Ma di fronte alla tragicità di quello che è successo, i nostri partner hanno creato una rete di solidarietà incredibile che ha permesso di salvare decine di animali.

Lyudmila, con cui collaboriamo a Odessa, e Anna Kurkurina, attiva a Mykolaiv, si sono immediatamente recate a Kherson per aiutare nelle operazioni di salvataggio.

Entrambe fanno già i conti con una situazione drammatica legata al randagismo nelle loro città, ma non si sono tirate indietro neanche davanti a questa ennesima emergenza.

La storia di Baghira, portata in salvo dopo l’esplosione alla diga di Kherson

Il cane Baghira salvato dopo l'esplosione della diga di Kherson

Il cane Baghira salvato dopo l’esplosione della diga di Kherson

Insieme sono riuscite a portare in salvo Baghira, un pastore tedesco che era rimasto bloccato nell’acqua. La foto di Baghira aggrappato ai suoi soccorritori qualche istante dopo essere stato portato in salvo è diventata l’immagine di questa crisi: nel suo sguardo si può vedere il terrore per quello che aveva appena vissuto, ma anche il sollievo di essere finalmente in salvo.

Anna è riuscita a tirarlo fuori dall’acqua e Lyudmila si è subito offerta di ospitarlo nel suo rifugio, per dargli tutte le cure veterinarie di cui ha bisogno. Le condizioni di Baghira rimangono incerte: non sappiamo per quanto sia rimasto in acqua, era coperto di sostanze tossiche e si teme abbia una lesione agli arti posteriori, forse causata proprio dall’inondazione. Ma Lyudmila non si arrende: “Continuerò a lottare per lui fino alla fine”, ci ha scritto mentre lo portava a fare la riabilitazione.

Insieme a Baghira, altri 7 cani e un gatto sono stati portati in salvo nel suo rifugio di Odessa, dove sono stati visitati e sfamati.

Cosa stiamo facendo noi di Save the Dogs

Grazie al vostro sostegno, noi di Save the Dogs ci stiamo occupando di coprire tutti i costi delle loro cure veterinarie e abbiamo organizzato una spedizione straordinaria di 20 tonnellate di cibo, medicinali e altri beni utili per supportare i nostri partner impegnati nelle operazioni di salvataggio.

Se volete aiutarci, potete farlo qui.